La Mostra del Cinema di Venezia s’è conclusa e ha incoronato la sua vincitrice, ha vinto Somewhere di Sofia Coppola. Qualche polemica e contestazioni al presidente Tarantino per un verdetto forse troppo a sua immagine, ma nel complesso i premi ci paiono azzeccati, unica nota stonata la mancanza di riconoscimenti per le quattro pellicole italiane in gara.
Questo è un vero e proprio atto di ribellione , una tensione viscerale contro un’idea eterea e intangibile di pittura. Il medium torna a essere materia viva, intrisa di colori intensi e gesti istintivi. Un mostra veneziana (“Moonkillers”) sta ridefinendo il concetto di pittura contemporanea, si tratta di una collettiva, ospitata a Palazzo Donà Brusa , che riunisce cinque artisti italiani uniti dalla volontà di riportare la pittura figurativa a un livello di urgenza espressiva che sembrava essersi ormai da tempo quasi dissolto. Un’urgenza che secondo Grulli, non si vedeva con questa forza dagli Anni Ottanta e che si nutre di un immaginario che mescola avanguardie storiche, sottoculture urbane e riferimenti pop, oltre alle immancabili iconografie e sensibilità personali. Tra gli artisti in mostra, Michele Bubacco (Venezia, classe 1983) è forse quello che spinge più in là la pittura come atto di stratificazione visiva e psicologica, un processo in cui l’immagine non è mai fissa,...
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